“Così egli si tormentava, assillandosi con tali domande e trovandovi perfino una specie di voluttà. Del resto, tutte quelle domande non erano nuove, improvvise, ma vecchie e dolenti. Già da un pezzo avevano cominciato a tormentarlo e a dilaniargli il cuore. Da moltissimo tempo era germinata in lui tutta la tristezza che sentiva adesso, era cresciuta accumulandosi, e negli ultimi tempi era maturata, concentrandosi e assumendo l'aspetto di un orrendo, crudele e fantastico problema, che torturava a fondo il suo cuore e il suo cervello ed esigeva una soluzione. Adesso, poi, la lettera di sua madre lo aveva colpito come un fulmine. Era evidente che non era più possibile, ormai, torturarsi e soffrire passivamente, accontentandosi solo di riflettere sull'insolubilità dei problemi, ma occorreva assolutamente fare qualcosa, e subito, al più presto. Occorreva ad ogni costo decidersi a far qualcosa, oppure... «Oppure, rinunciare addirittura alla vita!» esclamò ad un tratto al colmo dell'esaltazione. «Piegarsi docilmente alla sorte così com'è, una volta per tutte, soffocando ogni cosa dentro di sé, rinunciando ad ogni diritto ad agire, a vivere e ad amare!» «Lo capite, lo capite, egregio signore, cosa significa quando non c'è più un posto dove andare?» gli tornò in mente a un tratto la domanda rivoltagli da Marmelàdov il giorno prima. «Già: perché ogni uomo deve pur avere un posto dove poter andare...»”
Fyodor Mikhaylovich Dostoyevsky was a Russian writer, essayist and philosopher, perhaps most recognized today for his novels Crime and Punishment and The Brothers Karamazov.
Dostoyevsky's literary output explores human psychology in the troubled political, social and spiritual context of 19th-century Russian society. Considered by many as a founder or precursor of 20th-century existentialism, his Notes from Underground (1864), written in the embittered voice of the anonymous "underground man", was called by Walter Kaufmann the "best overture for existentialism ever written."
His tombstone reads "Verily, Verily, I say unto you, Except a corn of wheat fall into the ground and die, it abideth alone: but if it die, it bringeth forth much fruit." from John 12:24, which is also the epigraph of his final novel, The Brothers Karamazov.