“E non dovete pensare che abbia esagerato qualcosa, in nome di Dio, non pensatelo, Nasten'ka, perché a volte vivo momenti di tale angoscia, di tale angoscia… Perché già mi comincia a sembrare in questi momenti che non sarò mai in grado di cominciare a vivere una vita autentica; perché mi è già sembrato di aver perso qualsiasi percezione, qualsiasi istinto per ciò che è autentico, reale; perché, infine, mi sono maledetto; perché dopo le mie notti fantastiche mi ritrovo a vivere momenti di ritorno alla lucidità, che sono terribili! Nel frattempo senti come, tutt'attorno a te, vortica e rumoreggia nel turbine della vita la folla degli uomini, senti, vedi come vive la gente, come vive in realtà, vedi che per loro la vita non è proibita, che la loro vita non se ne vola via come un sogno, come una visione, che la loro vita eternamente si rinnova, che è eternamente giovane, e non una sola delle sue ore assomiglia a un'altra, quando invece malinconica e monotona fino alla trivialità è la timida fantasticheria, schiava dell'ombra, dell'idea, schiava della prima nube che improvvisa offusca il sole e serra con l'angoscia l'autentico cuore pietroburghese, che tanto caro ha il proprio sole.”
Fyodor Mikhaylovich Dostoyevsky was a Russian writer, essayist and philosopher, perhaps most recognized today for his novels Crime and Punishment and The Brothers Karamazov.
Dostoyevsky's literary output explores human psychology in the troubled political, social and spiritual context of 19th-century Russian society. Considered by many as a founder or precursor of 20th-century existentialism, his Notes from Underground (1864), written in the embittered voice of the anonymous "underground man", was called by Walter Kaufmann the "best overture for existentialism ever written."
His tombstone reads "Verily, Verily, I say unto you, Except a corn of wheat fall into the ground and die, it abideth alone: but if it die, it bringeth forth much fruit." from John 12:24, which is also the epigraph of his final novel, The Brothers Karamazov.